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Molecole

Brani dagli scritti degli studenti

Segre inserisce elementi della sua vita privata suscitando curiosità nello spettatore.

(Emilia Apuzzo, Liceo Caterina Percoto, Udine)


Il documentario di Andrea Segre racconta e mostra una Venezia durante il lockdown attraverso i ricordi del padre, originario di questa città, e i filmati di quest’ultima che per la prima volta rimane vuota, silenziosa, quasi irriconoscibile. Il regista sceglie di esprimersi attraverso un dialogo per parole e immagini col padre, Ulderico Segre, che seppur ha molto amato, non ha mai compreso fino in fondo. I dialoghi sono costruiti mediante le lettere che il regista scriveva al padre, sia con la sua voce di sottofondo che spesso si rivolge direttamente alla figura paterna con domande e osservazioni, e le immagini, foto e filmati che il genitore girava da giovane. Il filmato si presenta perciò come un continuo dialogo; Segre decide di inserire nel suo documentario molte storie in prima persona di veneziani, per raccontare anche dal punto di vista degli abitanti tutte le sfaccettature di questa città.  Il senso di inquietudine e di stranezza nel vedere Venezia deserta è costruito grazie ad una fotografia suggestiva che mostra una fredda bellezza, e anche le inquadrature e la musica hanno permesso sicuramente al regista di far arrivare il contenuto. Ho trovato questo documentario molto curato e ben elaborato, il film alterna momenti intensi e interessanti con altre situazioni meno coinvolgenti che tendono a diradare troppo il racconto. 
(Ester Masarotti, Liceo Caterina Percoto, Udine)


Nato quasi per caso, il film “Molecole” di Andrea Serge mostra una Venezia mai vista prima. Questo documentario è caratterizzato dall’uso delle fonti d’archivio, infatti il regista ha utilizzato delle foto e dei filmati realizzati da suo padre ed ha anche fatto ricorso a delle fonti storiche della città di Venezia. “Molecole” alterna così interviste agli abitanti e racconti personali della vita dell’autore. Le prime mostrano quello che i turisti non vedono di Venezia, mentre i secondi fanno capire allo spettatore il legame di Andrea Serge con suo padre ormai scomparso... Le riprese della città mostrano una Venezia vuota, priva di vita, contraddistinta da una tranquillità che non si vedeva da anni. “Molecole” rivela così la città di Venezia durante il lockdown e allo stesso tempo ci presenta un racconto personale e intimo di un regista in dialogo con suo padre scomparso.
(Jessica Battistutta, Liceo Caterina Percoto, Udine)


Il regista inserisce ricordi sia del suo passato che degli intervistati mettendoli in correlazione con gli stati d’animo del presente, evidenziando il distacco e la diversità tra ieri e oggi, potendo scoprire i vissuti delle altre persone, le aspirazioni che avevano e quello che invece sono diventati. 
(Maya Ferigo, Liceo Caterina Percoto, Udine)


Il regista è riuscito a far entrare Venezia nelle case di tutti coloro che hanno guardato il film. 
(Federica Verde, Liceo Caterina Percoto, Udine)